Focus Group sui servizi sociali
Il 23 giugno, presso la sala giunta del Comune di Mirandola, si è svolto il focus Group sui servizi sociali. Hanno partecipato Cinzia Taurasi (assistente sociale di Camposanto), Mara Andreoli (assistente sociale di Concordia sulla Secchia), Antonella Fornasini (coordinatrice del centro socio-riabilitativo diurno per disabili di Finale Emilia), Simona Molinari (educatrice per l’inserimento lavorativo dei disabili Ucman Fil di Cavezzo), Mila Artioli (operatrice qualificazione lavoro di cura assistenti familiari, Ucman Saa), Maria Pia Luppi (operatrice Sportello sociale di San Felice), Clara Moreschi (Responsabile del nucleo delle attività assistenziali e referente organizzativa del servizio domiciliare Asp di Mirandola), Massimo Marchini (operatore Oss+Trasporti dell’Asp). L’incontro è stato condotto da Daniela Mazzali, responsabile dell’Ufficio di piano socio-sanitario e coordinatrice dei servizi sociali dell’Area Nord. Come assistente era presente Daniela Bigarelli di R&I, mentre gli osservatori del gruppo di ricerca Energie Sisma Emilia erano i borsisti Alessia Pedrazzoli e Marco Ranuzzini.
Obiettivo principale del focus group era quello di indagare gli effetti del sisma sul sistema dei servizi sociali nell’area del cratere, sia nella fase di emergenza che in quella successiva. L’incontro si è concentrato sulla domanda di servizi da parte della popolazione e sulle risposte messe in campo, soprattutto con riguardo alla loro organizzazione e alle competenze attivate.
Dal confronto tra i partecipanti è emerso come, durante la fase d’emergenza, i servizi fossero maggiormente preparati a far fronte ad alluvioni, incendi o black out piuttosto che al sisma. Pertanto, gli operatori hanno agito sulla base delle informazioni generali condivise e sulla conoscenza personale dei casi assistiti. Nella gestione dei campi di accoglienza è stato possibile in breve tempo riorganizzare i servizi: la prossimità dei medesimi e l’ampia disponibilità di risorse umane ha permesso di rispondere velocemente e in maniera puntuale alle esigenze della popolazione. Il sisma ha permesso di instaurare delle nuove relazioni di fiducia e di collaborazione anche tra uffici pubblici e operatori di differenti settori.
Secondo i partecipanti, il sisma ha ampliato effetti già esistenti della crisi economica, in particolare sulle fasce povere della popolazione e sugli stranieri. Gli alti soggetti che hanno maggiormente le conseguenze del sisma sono anziani e bambini. Nel caso degli anziani si è evidenziato come dopo il sisma, e in particolare nell’inverno seguente, per molti di essi siano peggiorate le condizioni di salute e vi sia stato un aumento dei decessi. L’effetto su giovani e i minori, a differenza degli anziani, si è invece manifestato nel tempo. Gli operatori hanno evidenziato l’ipotesi che sia aumentato il manifestarsi di alcune malattie in età precoce, con l’idea che il sisma e lo stress ad esso collegato abbiano accelerato questa tipologia di processi in passato molto più latenti. Si è inoltre verificato un cambiamento, da parte della popolazione, nelle modalità di avvicinamento e accesso ai servizi. In generale, si è registrato un aumento dei bisogni e delle richieste di assegnazione ai servizi sociali. Secondo gli operatori sono incrementate anche le richieste di aiuto e sostegno economico proprio per l’accesso ai servizi richiesti così come i mancati pagamenti dei servizi stessi. Infatti, sono aumentati i contenziosi fra amministrazioni e utenti.
Secondo i partecipanti, in una prospettiva di medio-lungo termine gli aspetti centrali nella ridefinizione di un moderno sistema di servizi sociali sono quattro. Il primo è il ruolo dell’Unione dei Comuni Area Nord: è necessario che si vada sempre più verso l’uniformità e l’equità dei criteri che guidano il servizio sociale. Il secondo punto è quello della necessità di mantenere il personale straordinario, arrivato negli enti in seguito al sisma per sopperire al blocco delle assunzioni negli enti pubblici e mantenere standard di servizio adeguati. Vi è poi da incentivare l’attivazione di percorsi di auto aiuto per nuclei familiari italiani e stranieri in difficoltà, processi non basati esclusivamente su incentivi economici ma che educhino le famiglie alla proattività. Infine, il servizio sociale si deve sviluppare anche fuori dagli uffici. Il sisma ha portato gli operatori a lavorare “nelle strade”, maggiormente a contatto con gli utenti. Questa vicinanza al territorio ha permesso di conoscere situazioni di difficoltà non ancora note e va mantenuta anche finita l’emergenza-sisma.
L’elaborazione delle tematiche emerse permetterà di approfondire maggiormente il rapporto tra gli effetti della crisi e gli effetti del sisma, in particolare per quanto riguarda i nuovi bisogni e le problematiche emerse durante il focus group e la struttura organizzativa che i servizi sociali dovranno in futuro adottare in queste aree.