Focus Group con la Cisl
Martedì 30 giugno, si è svolto il Focus Group con i rappresentanti della Cisl. L’incontro ha avuto luogo presso la sede Cisl di Mirandola. Per il sindacato, hanno partecipato all’incontro il responsabile di zona Area Nord e del biomedicale Carlo Preti, Massimo Occhi (biomedicale e ceramica), Alessandro Gamba (meccanica), Remo Perboni (edilizia), Roberto Giardiello (responsabile di zona Terre d’Argine), Sabrina Destefani (chimica, tessile, ceramico, gomma, plastica, biomedicale. Il Focus Group è stato condotto da Daniela Bigarelli (R&I – Ricerche e interventi di politica industriale e del lavoro), assistita da Monica Baracchi. Per il progetto Energie Sisma Emilia erano presenti, in qualità di osservatori, i borsisti Manuel Reverberi e Giulia Tagliazucchi.
Gli obiettivi dell’incontro erano tre: analizzare gli effetti del sisma sui principali settori economici dell’Area Nord e delle Terre d’Argine con particolare attenzione all’occupazione e al mercato del lavoro, individuare le attività e le iniziative messe in atto e sviluppare una riflessione sui problemi e le prospettive di medio-periodo dei territori colpiti dal sisma.
Dal Focus Group è emerso che il contesto in cui si arriva al terremoto è quello di una crisi generale, che assume peculiarità differenti per ciascun settore produttivo. Globalmente, però, si notano tre criticità: la limitata capacità economica, finanziaria e di accesso al credito delle piccole e medie imprese, la diminuzione consistente (e a volte l’azzeramento) degli investimenti delle imprese in innovazione e miglioramenti produttivi, la diminuzione degli ordinativi in Italia affiancata allo sviluppo di nuovi mercati in Est Europa, Russia e Cina. Secondo il sindacato, le priorità per contrastare la crisi sono il mantenimento dei livelli occupazionali attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, gli incentivi alla formazione e alla riqualificazione professionale e la promozione di alcuni strumenti di tutela del lavoro come concordati preventivi, mobilità volontaria, cessioni aziendali, prepensionamenti.
Dopo il sisma, la fase di emergenza acuta è durata due mesi. In questo lasso di tempo il sindacato ha messo in atto azioni di assistenza sia con la distribuzione di materiali di prima necessità che con il sostegno ai lavoratori. Inoltre, è stato necessario mettere in sicurezza gli impianti, con operazioni spesso complesse, e si è dovuto lavorare per conciliare le esigenze di sicurezza con quelle della ripresa dell’attività.
Fino a settembre 2012, le problematiche principali hanno riguardato tre aspetti. Il primo era quello dell’agibilità delle imprese, che andava verificata e recuperata nel minor tempo possibile per poter riprendere il lavoro. Il secondo era quello degli ammortizzatori sociali, visto che il periodo di forte incertezza richiedeva l’utilizzo di nuovi strumenti, adatti al contesto di straordinarietà. Infine, andavano considerate le difficoltà dei lavoratori, stretti tra difficoltà personali e difficoltà delle imprese.
Da settembre 2012 è iniziata la fase “post-sisma”, che continua ancora oggi. In questo lasso di tempo il problema maggiore è l’eccessiva burocrazia per ottenere i contributi per la ricostruzione. In questa fase il sindacato si è concentrato soprattutto sulla possibilità di mantenere lo strumento della cassa integrazione in deroga con causale sisma.
Sul medio-lungo periodo, gli interventi avviati nel post-sisma sembrano essere un’opportunità per il territorio, a patto che li si usi efficacemente e coerentemente con lo scopo con cui sono stati approvati. Le risposte al sisma potrebbero rendere il territorio più competitivo e permettergli di attrarre investimenti esteri. Con il sisma, però, sono emersi anche alcuni aspetti di debolezza del territorio: la viabilità, la prevenzione nelle aree fluviali, la fragilità dell’Appennino modenese. Inoltre, è emersa la necessità di una tutela programmata delle fasce più deboli della popolazione. Obiettivi della Cisl sul medio-lungo periodo sono il mantenimento dei livelli occupazionali, la gestione delle crisi aziendali mediante gli strumenti previsti dal Jobs Act, l’aumento della rappresentanza, l’obbligo della prevenzione integrativa, la promozione di azioni di welfare aziendale.